Revoca della concessione ad Autostrade? Ecco cosa ne pensiamo

In questi giorni è particolarmente vivace il dibattito sulla possibile revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Noi, che da anni lottiamo (giudizialmente e amministrativamente) contro Autostrade per la tutela dei proprietari espropriati (oltre 300 in questi anni…), pur se da una prospettiva certo particolare e di settore, possiamo dire di conoscere ormai abbastanza bene il Colosso delle autostrade, ed un’idea…ce la siamo fatta.

Partiamo, per cercare di dimostrare di non essere troppo parziali, da un aspetto positivo di Autostrade… Aspi (così di solito viene abbreviata Autostrade per l’Italia spa) i lavori che inizia li finisce ed anche con una certa efficienza (non sempre si può dire lo stesso di Anas ad esempio), specialmente quando gli appalti vengono affidati alla sua controllata Pavimental sotto la direzione tecnica della Spea (altra società controllata).

Il problema è che spesso il finire il lavoro (e quindi il poter mettere in esercizio l’opera con i conseguenti aumenti di pedaggio a ciò connessi) pare essere l’unico tema veramente a cuore della società. Per tutto ciò che a questo sta attorno (manutenzioni, espropri, opere accessorie, regimentazioni idriche…) pare essere dedicata molta meno attenzione ed efficienza.

La società ci è spesso parsa assommare i difetti tipici delle società private (ricerca a tutti i costi della massimizzazione del profitto) e quelli degli enti pubblici (inefficienze, lentezze, burocrazia).

Insomma…per quanto a noi sembra…dove c’è da guadagnare la società funziona (vedi anche Autogrill e pubblicità)… dove c’è da spendere…ecco che iniziamo le lentezze ed inefficienze… Più che un caso, sembra un sistema ben programmato, insomma.

Ma come detto, forse la nostra è solo una prospettiva limitata. Ed in effetti, se guardiamo al campo delle espropriazioni per pubblica utilità…ecco che la società si è distinta per una politica spesso del tutto ingiustificatamente restrittiva in relazione alle indennità di esproprio, e per tempi biblici nell’esecuzione dei pagamenti. Ben diverso è, ad esempio, l’atteggiamento normalmente tenuto da Anas.

Non ci stupisce quindi più di tanto…che questa modalità “organizzativa” di Autostrade abbia potuto portare … a tutto questo.

Ma ora la domanda è: la revoca della concessione è la modalità corretta di intervenire?

Su questo qualche dubbio lo abbiamo. Con la revoca tutta la gestione tornerebbe ad Anas che però, al momento, non ha una struttura organizzativa e un numero di dipendenti sufficiente a gestire la rete. Anche perchè va considerato che Aspi ha tutta una serie di società collegate (spea, pavimental…ecc..) che collaborano nella gestione del servizio.

Vi sono risorse di personale ed organizzative che pare difficile, e forse anche errato, cancellare e disperdere, come si farebbe con la revoca della concessione ad Aspi. E temiamo che i ritardi e le inefficienze, con una Anas non preparata allo scopo, aumenterebbero soltanto.

Molto più fattibile parrebbe invece un radicale mutamento nella compagine azionaria di Aspi, con soci che garantiscano efficienza non solo dove ci sia da guadagnare, ma anche sui servizi connessi e sui profili di spesa; una nuova compagine sociale che porti a un cambiamento radicale su tutta la dirigenza (non solo verticistica) responsabile delle inefficienze di questi anni.

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